Con l’ordinanza numero 16399 del 18 giugno 2025, la Cassazione ha affermato che l’invio dell’avviso a mezzo e-mail ordinaria è invalido e di conseguenza annullabile. Questo “anche se è stato il singolo condòmino ad inviare l’indirizzo all’amministratore e ad autorizzarlo espressamente ad inviare al suo account di posta elettronica non certificata tutte le comunicazioni inerenti al condominio”. L’articolo 66, comma terzo, delle disposizioni di attuazione al Codice civile, prevede esclusivamente raccomandata, Pec, fax o consegna a mano.
Come spiegato dalla Cassazione, “la non derogabilità di tale previsione si fonda sulla tutela degli interessi fondamentali del condominio, perché la posta elettronica ordinaria, a differenza di quella certificata, non è in grado di documentare con la necessaria certezza la consegna dell’atto all’account del destinatario, non essendo assistita dalla necessaria presunzione di conoscenza da parte del ricevente”.
La Corte ha precisato che, se la posta elettronica è il solo recapito fornito all’amministratore, quest’ultimo altro non può fare che utilizzare gli strumenti di legge: inviare una raccomandata, una Pec, farla consegnare a mano o via fax. La Cassazione ha quindi spiegato che “solo il regolamento condominiale (di natura contrattuale) può stabilire forme alternative a quelle indicate nell’articolo 66 delle disposizioni di attuazione al Codice civile, a condizione però che esse consentano di ritenere soddisfatta la presunzione di conoscenza degli avvisi di convocazione”.
[Fonte: Idealista.it]Il mercato immobiliare italiano corre: nel primo trimestre del 2025, sono state compravendute oltre 172.000 abitazioni, circa 17.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2024. L’aumento è dell’11,2%. Secondo i dati dell’Osservatorio di settore dell’Agenzia delle Entrate, continua quindi “la crescita degli scambi iniziata nel secondo trimestre del 2024”, con “tassi in accelerazione”. Si notano passi avanti – seppure con alcune differenze fisiologiche – in tutte le aree geografiche del Paese, sia nelle grandi città sia nei comuni minori.
La leva dei mutui
Tra gennaio e marzo, la quota di abitazioni acquistate da persone fisiche che hanno fatto ricorso ad un mutuo ipotecario è salita al 45,8%, ben 4 punti percentuali in più rispetto al trimestre precedente. Merito di costi in calo: il tasso di interesse medio applicato alla prima rata è sceso infatti al 3,2%. I mutui tornano quindi accessibili, aprendo la possibilità di acquisto anche a chi non ha molta liquidità pronta all’uso. Resta centrale anche in un panorama in via di miglioramento, il ruolo degli incentivi: rimane infatti oltre il 70% la quota di acquisti di abitazioni con agevolazione prima casa.
In ripresa nel 2024 il numero delle donazioni in Italia. Secondo l’ultimo rapporto dati statistici notarili, elaborato dal Consiglio nazionale del Notariato, le donazioni immobiliari presentano un andamento molto positivo: sono state 217.749 nel 2024, con un netto aumento, + 6,8%, rispetto al 2023 in cui erano state 203.888 e al 2022 in cui erano state 212.992, avvicinandosi al numero record di 221.642 raggiunto nel 2021. In crescita, ancorchè minore, il numero complessivo di donazioni di beni mobili, che nel 2024 è stato di 47.085, superiore dell’1,7% rispetto al 2023 quando si erano fermate a 46.289 e quasi pari al 2022, anno in cui erano state 47.574. I dati statistici notarili vengono raccolti e elaborati sulla base dell’attività di tutti gli studi notarili sul territorio nazionale e rappresentano le effettive transazioni effettuate in Italia nel corso del 2024.
Dal punto di vista economico-giuridico le donazioni sono considerate un’anticipazione sulla futura successione, per questo motivo sono un valido strumento per gestire in vita il passaggio generazionale di denaro, aziende, immobili o più genericamente del patrimonio familiare.
Le donazioni di beni immobili nel 2024 sono state 217.749 in aumento rispetto agli anni precedenti, dal momento che nel 2023 erano state 203.888 e nel 2022 212.992. Le donazioni di abitazioni o fabbricati in genere (capannoni, negozi, ecc.) rappresentano il 56,45% del totale, con un incremento rispetto al 2023, in cui erano il 55,81%. Rimane invece identico all’anno precedente il numero delle donazioni della nuda proprietà dei fabbricati (16,64 % del totale) e quasi invariato quello dei terreni agricoli (in percentuale si tratta del 13,25% nel 2024 a fronte del 13,72 % del totale nel 2023).
[Fonte: Il Sole 24 Ore del 09/06/25]